“I cittadini romani hanno necessità di trasparenza oltre che di una adeguata garanzia e tutela della salute. Occorre controllare in modo chiaro e tempestivo i livelli di superamento dei limiti di arsenico nell’acqua previsti dalla legge e darne immediata comunicazione agli utenti. E’ necessario anche individuare le eventuali responsabilità e gli obblighi specifici in merito dell’amministrazione capitolina che è tenuta a comunicare, previa idonea valutazione, il rischio per la salute dei cittadini di Roma” è quanto affermano Silvia Biasotto del Dipartimento Sicurezza alimentare e l’avvocato Francesca Giglio della sede Roma Nord del Movimento Difesa del Cittadino in merito alla emergenza romana dell’acqua all’arsenico.
Cosa significa, come riporta il Comune sul proprio portale, che “Il provvedimento è stato adottato in base ad un principio di precauzione? E perché si fa sapere che da due anni sulle bollette delle proprie utenze è riportata la dicitura “acqua non potabile”? Di quanto sono stati superati i limiti di legge? Questi alcuni dei quesiti non chiari ai consumatori.
“L’ordinanza del Comune parla di divieto di utilizzo dell’acqua per il consumo umano, ovvero non solo quella destinata ad uso potabile, per la preparazione di cibi e bevande ma anche quella destinata ad altri usi domestici. Questo significa che si tratta di acqua non fruibile per tutte le attività domestiche. Pertanto MDC valuterà la possibilità di chiedere l’annullamento e lo storno delle bollette già emesse e da emettersi ”, annuncia l’avvocato.
Infine, l’associazione chiede che periodicamente i cittadini siano informati dei parametri qualitativi dell’acqua in bolletta anche sul sito web del Comune di Roma per garantire la più ampia diffusione.