“Una pubblicità nascosta aggressiva e allarmistica”. Così Silvia Biasotto, Dipartimento Sicurezza Alimentare del Movimento Difesa del Cittadino definisce la locandina della Fimp (Federazione Italiana Medici Pediatri) che ci è stata segnalata da alcuni genitori e pediatri che hanno partecipato al congresso della Federazione dei Medici Pediatri lo scorso ottobre.
Nella locandina si mettono a confronto i cibi al loro stato naturale (frutta, verdura, carne, latte vaccino) e quelli prodotti dall’industria alimentare (omogeneizzati, latti di proseguimento, ecc…). I primi sono cerchiati di rosso, i secondi di verde con tanto di “bollino” che recita “specifico per l’infanzia”. Seguono poi delle indicazioni riguardo l’inopportunità di utilizzare per i nostri piccoli i cibi comuni, visto che ad esempio “il 50% della frutta fresca contiene livelli di pesticidi non idonei all’alimentazione infantile”. La locandina si conclude con un frase che ha il sapore dello slogan “Scopri i vantaggi degli alimenti specifici per l’infanzia. Chiedi al tuo pediatra”.
LA SICUREZZA ALIMENTARE È UN PREREQUISITO DI TUTTI I CIBI“Come associazione a tutela dei consumatori che da anni si occupa di sicurezza alimentare e della tutela dei minor, riteniamo che questa locandina metta in dubbio un principio sacrosanto di tutto il cibo, a prescindere a chi sia destinato: ovvero la sicurezza alimentare è un prerequisito di tutti gli alimenti e che l’Italia, con tutti i suoi difetti, detiene il miglior sistema di prevenzione e controllo lungo tutta la filiera agroalimentare. D’altra parte, come fa notare Margherita Caroli , responsabile dell’UO di nutrizione della ASL Brindisi e coordinatrice scientifica del Progetto PERISCOPE di cui MDC è stato capofila, “Se il 35% del grano in Italia contiene residui di pesticidi troppo elevati per l’alimentazione infantile, allora è necessario sapere da dove viene il grano usato per la pastina e i semolini dei prodotti industriali per bambini”.
PERCHÉ NON METTERE A CONFRONTO IL BIOLOGICO?“Riteniamo – aggiunge Biasotto – sia un danno fare del vero e proprio “terrorismo mediatico” e sia ingiusto paragonare un omogeneizzato alla frutta con dei frutti non identificati. Ricordiamo tutto il comparto del biologico che, per l’ortofrutta, esclude l’utilizzo di sostanze di sintesi chimica come concimi, diserbanti, insetticidi. Oppure pensiamo a tutti quei prodotto trasformati biologici per i quali sono vietati molti additivi, tra cui i coloranti. A chi pensa che il biologico costi troppo ricordiamo che esistono i canali della filiera corta che permettono di abbattere anche fino al 50% in meno del prezzo praticato (Dossier Bio, Biodomenica 2011).
NON E’ TUTTO ORO QUEL CHE LUCCICA“Concordo in pieno con l’affermazione che il latte vaccino non è da utilizzare nel primo anno di vita, come anche consiglia la WHO – precisa Margherita Caroli – perché il LV è troppo ricco di proteine e sali, presenta prevalentemente grassi saturi ed è estremamente povero di ferro. Tuttavia da questo punto a far capire al pubblico che solo i prodotti industriali sono alimenti adatti ai lattanti la strada è lunga.
La frutta omogeneizzata poi offre diversi commenti: gli omogeneizzati di frutta hanno in media più calorie della frutta fresca. Ad esempio 100 g di omogeneizzato di pera di diverse marche contengono circa 70 Kcal contro le 35 di 100 g di pera fresca. Essendo omogeneizzati e avendo aggiunti zuccheri semplici hanno un alto indice glicemico che fa aumentare la secrezione di insulina con tutto quanto ne deriva. Inoltre, stimolano ancora di più la già innata preferenza del bambino per il gusto dolce e se i lattanti si abituano al gusto più dolce degli omogeneizzati è poi molto difficile abituare i bambini al gusto della frutta fresca. Se effettivamente il rischio dell’eventuale presenza di pesticidi è tanto alto allora si può usare benissimo la frutta biologica”.
NON DIMENTICHIAMO L’EDUCAZIONE AL GUSTO“I colori, i sapori, le consistenze di alimenti diversi – spiega la dottoressa Caroli – sono fattori importanti nello sviluppo di sane abitudini alimentari sin dall’inizio della vita, così come la pazienza di aspettare e di somministrare alimenti nuovi senza considerare il passaggio all’alimentazione solida come una corsa ad ostacoli in cui il lattante che mangia più alimenti diversi e/o in quantità maggiore è più bravo di un altro che mangia ancora un numero limitato o porzioni inferiori di alimenti adeguati alla sua età. In conclusione, gli atteggiamenti totalitari non fanno bene a nessuno. Alcuni prodotti industriali hanno una loro validità e possono essere di aiuto, ma non è vero che solo gli alimenti industriali sono adatti all’alimentazione dei lattanti”.
IN CONCLUSIONEIl Movimento Difesa del Cittadino non vuole demonizzare i prodotti specificatamente destinati per l’infanzia, certi della loro sicurezza e qualità. Crediamo però che i pediatri di famiglia non debbano proporre una pubblicità nascosta mettendo sottilmente in accusa il sistema agroalimentare italiano. Secondo la nostra opinione sarebbe stata più opportuna una comunicazione che avesse realmente informato ed educato i genitori nel difficile compito di nutrire i loro figli. Inoltre, ci saremmo aspettati una azione a favore di un miglioramento della salubrità del cibo: pensiamo ad esempio al vuoto normativo intorno al problema dei multiresidui di pesticidi assimilati dai bambini. Non sarebbe stato meglio che anche i pediatri, con la loro forza scientifica. avessero chiesto a gran voce, come da tempo fanno associazioni a tutela dell’ambiente e dei consumatori, un passo avanti in questo senso?
Ci auguriamo di non trovare negli studi pediatrici la locandina in oggetto e invitiamo tutti i genitori a comunicarci una eventuale presenza e le loro impressioni all’indirizzo silviabiasotto@mdc.it
La locandina