L’indicazione geografica di un prodotto, in sigla IG, è il reale marchio che ne indica l’appartenenza e la provenienza certificata. Numeri e fatti parlano di una palese crescita nel settore che investe tutta la penisola, tenendo presente anche la lungimirante considerazione che si sta rivolgendo al settore agricolo in generale.
Non a caso l’attuale Ministro all’agricoltura, Nunzia De Girolamo, in occasione della presentazione dell’Atlante Qualivita ha affermato che: “La qualità dell’agroalimentare è un’eccellenza che va tutelata e promossa. Qualità significa anche valori, trasparenza, tracciabilità, sicurezza alimentare e legalità”. Così, stando ai fatti, occhi puntati al rilancio dell’agricoltura quale possibile fattore di riscossione economica e, pare, un settore in parte risolutivo per ciò che concerne l’aspetto lavorativo. Infatti il Ministro ha aggiunto: “Questo settore aiuterà l’Italia a ripartire. Siamo di fronte a due grandi sfide: rilanciare il mercato interno e rilanciare le nostre esportazioni. La nostra presenza nei mercati internazionali è già importante e solo grazie a questo il nostro settore è riuscito finora ad attraversare questo periodo di crisi, ma ci sono ancora grandi fette di mercato che aspettano i nostri prodotti”.
L’IG viene attribuito dall’Unione Europea ai prodotti alimentari ed agricoli ritenuti si di qualità, ma che siano caratterizzati da una peculiarità legata al territorio di origine. Ovviamente poter avere tale riconoscimento si dovranno seguire step di lavorazione dei prodotti stabilite nel disciplinare della produzione (REGOLAMENTO (CE) N. 510/2006 ). L’intera attinenza alle regole prestabilite è osservato da un organismo di controllo preposto a ciò. Conseguire una simile riconoscenza apporterebbe notevoli passi avanti non solo nel settore agroalimentare, ma anche alla sfera turistica che vi ruota intorno
Dunque il nostro stivale guida senza freni la classifica europea, seguita dalla Francia e dalla Spagna. Tra prodotti IGP e quelli DOP. negli ultimi sei mesi ne sono stati promossi ben otto, per un totale complessivo di 252 . E’ da sottolineare altresì che l’Italia mantiene alta la quotazione di prodotti IG registrati e che in questo modo permettono di gratificare e nobilitare le singole regioni o, nello specifico, paesi di appartenenza. Numeri alla mano abbiamo: 814 IG e di questi 254 registrati solo nel settore food. Secondo l’Atlante Qualivita è il settore vinicolo quello che vanta il maggior numero di prodotti a indicazioni geografica (complessivamente 521 prodotti DOC e IGP), seguito dal settore dei prodotti e alimenti agricoli (193) e dalle bevande spiritose (39).
A cura di Annalisa Ucci