Adottare la clausola di salvaguardia e perseguire “con tutta la necessaria energia negoziale, un radicale miglioramento della normativa comunitaria in materia di coltivazione di sementi transgeniche e di immissione in commercio di organismi geneticamente modificati”. E’ quanto prevedono le due mozioni discusse la scorsa settimana alla Camera su proposta di Adriano Zaccagnini (Gruppo misto) e da Susanna Cenni (Pd).
Intanto il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo e il Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del Mare, Andrea Orlando in un incontro hanno convenuto sull’esigenza di promuovere tutte le iniziative a livello nazionale e comunitario, a partire dall’emanazione di un decreto interministeriale, idoneo a salvaguardare la sicurezza delle coltivazioni tradizionali e biologiche e gli elementi di biodiversità che caratterizzano il nostro Paese.
Il Ministro De Girolamo aveva annunciato un decreto a tre firme con il coinvolgimento anche del ministro della Salute e dell’Ambiente. Un atto che sembra avere la funzione di pressione, perché è evidente come l’Europa potrebbe impugnarlo senza problemi se non aprire una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia. Diventa così essenziale un lavoro a livello europeo proprio “con tutta la necessaria energia negoziale” come scritto nella mozione che chiede anche una rigorosa una rigorosa applicazione del principio di precauzione in tutti i procedimenti di autorizzazione alla coltivazione o al commercio di eventi transgenici.
Il momento è cruciale: dopo la messa a semina di mais geneticamente modificato avvenuta nelle scorse settimane nella Regione Friuli Venezia Giulia e dopo che la Corte di Giustizia Europea ha emesso un’ordinanza che prevede che la messa in coltura di Ogm autorizzati a livello europeo non può essere sottoposta a procedure nazionali di autorizzazione. La pronuncia in via pregiudiziale (art. 267 TFUE) della Corte di Giustizia Europea, scaturisce dal procedimento penale in corso presso il Tribunale di Pordenone a carico di Giorgio Fidenato, titolare dell’azienda agricola dove sono stati messi a coltura sementi OGM in Friuli, mais MON810, in assenza della specifica autorizzazione.