Sono appena iniziate le vacanze estive, ma per i genitori è già tempo di pensare nuovamente all’iscrizione a scuola. Proprio in questi giorni infatti, accanto ai moduli d’iscrizione, campeggiano in bella vista i bollettini prestampati con la dicitura “contributi scolastici volontari” e la richiesta di un versamento che oscilla tra i 50 e i 100 euro a famiglia. Seppur sia stato chiarito più volte e ribadito anche da una circolare del MIUR nel mese di marzo che il contributo ha una natura esclusivamente volontaria, non sempre l’Istituto scolastico chiarisce alle famiglie questo aspetto, presentando la richiesta come una norma vigente la cui sottrazione comporterà inevitabilmente pesanti ricadute sulla formazione e sulla vita scolastica dei propri figli.
Il Movimento Difesa del Cittadino (MDC) condanna questo atteggiamento e invita piuttosto i cittadini a continuare a denunciarlo alle proprie sedi e ai propri sportelli. Sono infatti molte le segnalazioni che in questi giorni arrivano all’associazione da parte delle famiglie sempre più confuse e spaventate da un contributo che diventa in molti casi una pretesa.
“Il rispetto concreto e morale della dicitura contributo volontario deve essere una regola dalla quale non si prescinde – dichiara l’associazione a tutela del consumatore – atteggiamenti simili da parte delle istituzioni scolastiche diventano dei veri e propri ricatti se non atti di sciacallaggio ai danni delle famiglie. Posto l’imprescindibile diritto alla gratuità d’accesso per le classi d’istruzione obbligatoria (scuola primaria e secondaria di primo grado e primo, secondo e terzo anno dei corsi di studio degli istituti di istruzione secondaria di secondo grado), la famiglia ha il diritto di poter scegliere se destinare o meno la quota alla scuola oltre che di essere informata della gestione finale della somma versata”.
L’associazione ricorda infatti che il contributo non può riguardare in nessun caso lo svolgimento ordinario di attività curriculari, dovere e obbligo della scuola, ma solo interventi di ampliamento dell’offerta formativa.
“L’Istituto deve presentare in maniera chiara e trasparente la richiesta e chiarirne l’effettiva destinazione, – continua MDC – in caso contrario ci troviamo di fronte a una pratica scorretta non differente dagli abusi che ogni giorno riguardano milioni di utenti vittime di truffe e raggiri”.