Le associazioni dei consumatori Codacons, Codici, Movimento Difesa del Cittadino e Unione Nazionale Consumatori, si oppongono all’ipotesi, circolata in queste ore sulla stampa, di una nomina di Mauro Moretti (Ad di Fs) a Ministro dello sviluppo economico nel nuovo Governo Renzi.
Sarebbe una scelta contro i cittadini , che pagherebbero le spese di un nome a nostro avviso inadeguato a coprire tale importante funzione – affermano le Associazioni – Moretti si è distinto infatti negli anni alla guida delle Ferrovie per la scarsa capacità di soddisfare le richieste degli utenti e venire incontro alle esigenze dei consumatori. Al contrario, il servizio durante la sua gestione è peggiorato in termini quantitativi e qualitativi, attraverso una riduzione dei treni meno remunerativi per la società e un totale sbilanciamento del gruppo FS verso l’Alta Velocità, di cui hanno fatto le spese soprattutto i pendolari e i cittadini meno abbienti.
Non vorremmo che con Moretti al MISE si adottassero gli stessi criteri utilizzati in questi anni nella Governane delle ferrovie, favorendo asset redditivi a quelli in difficoltà, aumentando e peggiorando la crisi di innumerevoli comparti produttivi strategici per i consumatori italiani, come l’Energia, i servizi, la manifattura e le infrastrutture di rete.
Se Renzi deciderà davvero di nominare Mauro Moretti come Ministro dello Sviluppo Economico, daremo vita ad una serie di azioni di protesta per far sentire forte la voce contraria degli utenti italiani – annunciano le associazioni.
Codacons, Codici, Movimento Difesa del Cittadino e Unione Nazionale Consumatori rivolgono poi oggi un appello al Segretario del Pd: “Chiediamo a Matteo Renzi di dare un vero segnale di cambiamento rispetto al passato, e di convocare le associazioni dei consumatori prima di nominare la squadra di Governo, così da avere chiaro in mente quali siano i problemi più sentiti dai consumatori italiani e quali misure servirebbero davvero al paese per migliorare nel breve periodo la situazione economica delle famiglie, e affrontare il tema dei doppi incarichi e dei rinnovi dei CDA delle grandi aziende partecipate dallo Stato”.