Che si sia scelto di acquistare un’auto nuova o si debba continuare a utilizzare quella che già abbiamo, il cruccio è sempre lo stesso: le polizze costano sempre di più nonostante il gran chiacchierare che si fa da qualche mese a questa parte sul tema. Si è parlato di soluzioni alternative in grado di abbassare le polizze, sulle cause dell’elevato prezzo in Italia (più alto del 70% rispetto agli altri Paesi europei).
In ogni caso, la domanda degli automobilisti è sempre la stessa: come risparmiare sul costo dell’assicurazione auto? Una delle soluzioni più economiche e veloci consiste nel consultare i portali di confronto online: internet ormai ci viene incontro in molti casi ed è in grado anche di supportarci nella ricerca di tutele per i nostri risparmi, permettendoci di mettere a confronto i prodotti di Quixa con quelli di altre compagnie assicuratrici e di trovare la polizza auto migliore per le nostre esigenze.
Un altro modo che dovrebbe portare i consumatori a spendere meno per la polizza auto sarebbe l’introduzione della scatola nera all’interno delle automobili, capace di monitorare la velocità con cui ci si sposta, ad esempio, e tutta una serie di altre informazioni che permettano di stipulare un’assicurazione auto “su misura” per le esigenze dell’automobilista.
Non solo, questo sistema potrà allontanare il rischio di truffe ai danni delle compagnie assicuratrici, eventi purtroppo abbastanza frequenti in Italia e che contribuiscono in maniera consistente all’aumento del costo delle polizze per auto.
È questa una possibilità di cui si è parlato a lungo in questi mesi, prospettando una vera e propria rivoluzione sul tema della spesa, a volte sconsiderata, che gli italiani al volante sono costretti a fare per poter utilizzare la propria auto. Un beneficio che andrebbe tutto a favore dei consumatori, quindi.
Così però non sembra pensarla l’Aneis, Associazione Nazionale Esperti in Infortunistica Stradale, che proprio in questi giorni si è lamentata del funzionamento della scatola nera, insinuando negli automobilisti il dubbio che si tratti di un sistema conveniente per le compagnie assicuratrici e non certo per i consumatori.
Ma per quale motivo? Innanzitutto secondo l’Aneis, raccogliendo informazioni relative a spostamenti, orari di viaggio e comportamenti alla guida, violerebbe il diritto alla privacy.
Non solo, lo strumento non raggiungerebbe gradi di precisione particolarmente efficaci a contrastare le truffe: come sostiene infatti in presidente dell’Aneis Luigi Cipriano, “un semplice dosso rallentatore viene segnalato come un crash per cui basterà passare in velocità ed in forte frenata sopra un dosso per simulare una bel tamponamento”.
Per quanto riguarda eventi reali relativi a un incidente causato o subito, si è poi spesso parlato della possibilità di fornire informazioni maggiormente dettagliate ed evitare così inutili contestazioni da parte degli automobilisti coinvolti grazie al funzionamento della scatola nera. Per l’Associazione, anche questa sarebbe una prospettiva alquanto ottimistica.
Come continua a sostenere l’Aneis infatti, “i dati raccolti non avranno alcuna utilità per la ricostruzione del sinistro. La posizione del veicolo viene rilevata con approssimazioni che vanno, secondo la bontà del segnale che arriva al satellite, da qualche metro a venti e più metri, e questo, se si pensa ad un incrocio, è addirittura fondamentale e non consente alcuna sicura valutazione”.
L’unica informazione che potrà essere valutata correttamente? La velocità di percorrenza degli automobilisti, che si tradurrà in una contestazione qualora l’automobilista abbia anche di poco superato i limiti previsti, prevedendo così un risparmio concreto non più per i consumatori ma in particolar modo per il risarcimento dovuto dalle compagnie.