La telemedicina è l’evoluzione naturale delle cure nell’era digitale, e sempre di più terapie e monitoraggi dei pazienti si sposteranno fuori dall’ospedale, trainate dalla disponibilità di sensori e app dedicati. Al punto che questo settore, secondo alcune proiezioni, entro la fine del decennio interesserà almeno un quarto delle terapie.
”Ci sono già prove dell’efficacia di queste applicazioni, ad esempio per l’insufficienza cardiaca la telemedicina può abbassare il tasso di ricoveri dal 28 al 5%”, spiega Andrew Watson, Chief Medical Information Officer della University of Pittsburgh Medical School.
Pochi e a macchia di leopardo però i progetti simili in Italia, che, in genere vedono coinvolti un numero molto ridotto di persone. La best practice è lombarda. Oltre 32.000 pazienti raggiunti e 273 medici di famiglia coinvolti, sono i numeri del più ampio progetto di sperimentazione di telemedicina in Italia, ‘Buongiorno Creg, il nuovo programma di cura per le malattie croniche’. Partito nel 2013, vede coinvolte quattro Asl lombarde (Bergamo, Como, Milano e Milano 2) e porta negli studi dei medici di famiglia esami di diagnostica strumentale che prima non era possibile fare, come l’elettrocardiogramma, la spirometria per valutare la funzionalità polmonare, l’emoglobina glicata per diabetici o l’ossimetria, per valutare l’ossigeno nel sangue.
“I pazienti si sentono più seguiti, i medici possono sfruttare a pieno le loro potenzialità, il sistema sanitario ci guadagna perché si nota una drastica riduzione del ricorso all’ospedale. Speriamo di andare a regime entro il 2016 in tutta la Regione”, commenta Gabriella Levato responsabile del progetto Creg e vicepresidente aggiunto della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg) della Lombardia.
a cura di Livia Parisi
Il Salvagente