Continua l’impegno del Movimento Difesa del Cittadino (MDC) per un uso consapevole delle nuove tecnologie, con una particolare attenzione alle fasce deboli, quali donne e minori. La giornata del Safer Internet Day del 10 febbraio, che in Italia viene celebrata con un evento organizzato dal MIUR presso l’Università Bicocca di Milano e a cui partecipa anche MDC, costituisce un importante momento di riflessione, tra quanto già fatto per la navigazione sicura in rete e quanto ancora da fare.
L’ultimo anno ha visto crescere la criminalità informatica, con fenomeni quali la pedopornografia infantile e il furto dei dati personali online, punti che rientrano negli obiettivi dell’Agenda Digitale 2020. Secondo i dati Istat 2014 oltre la metà della popolazione dai 6 anni in su naviga su internet, con una frequenza maggiore tra gli adolescenti e tendenzialmente in crescita per gli adulti. Così non solo i giovanissimi diventano spesso vittime inconsapevoli dei pirati del web, ma anche i genitori che non pensano alle conseguenze della pubblicazione incauta di foto dei loro bambini.
Anche gli episodi di bullismo verso minori e donne hanno registrato un triste aumento. Nonostante la normativa inizi a delineare sanzioni più chiare nei confronti dei bulli e tutele maggiori verso le vittime, è il caso della consultazione pubblica avviata il mese scorso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per la creazione di un Piano di azione contro la violenza sessuale e di genere, sono i cittadini i primi a dover agire.
Lo slogan del Safer Internet Day di quest’anno “Let’s create internet together”, suggerisce l’idea di un mondo virtuale che non ci limitiamo a vivere passivamente, ma a cui possiamo contribuire attivamente sfruttando le nuove tecnologie in maniera consapevole.
“Solo una maggiore sinergia tra famiglia, scuole e Istituzioni può garantire rispetto e sicurezza anche in rete – dichiara l’area minori di MDC. Genitori e famiglie hanno la responsabilità di tutelare i loro figli contro i pericoli indotti da una navigazione in rete incontrollata o priva delle opportune cautele e costituiscono, insieme alla scuola, un interlocutore importante per mantenere un dialogo aperto e di fiducia con i minori. Per questo gli educatori hanno bisogno di un supporto che viene dal territorio e di un’azione sinergica fra le Istituzioni pubbliche e private per efficaci e mirate azioni di prevenzione rivolte a genitori, insegnanti, studenti e non ultimi i dirigenti scolastici che si trovano sempre più spesso a dover scegliere quali misure adottare di fronte a inappropriati comportamenti dei giovani a scuola (come atti bullismo o condivisione nei social network di foto di compagni o insegnanti che violano la privacy). Seguire lo sviluppo della tecnologia spiegandone potenzialità ed effetti, capire i motivi che spingono alcune persone ad avere comportamenti dannosi nei confronti degli altri, non può che aiutare le giovani generazioni, gli adulti e gli operatori del settore ad affrontare i problemi relazionali con strategie adeguate e promuovere comportamenti corretti sia nella vita reale che virtuale. Infine è necessario indurre i ragazzi a parlare con gli adulti, solo con la “giusta condivisione” si cresce e si può migliorare il mondo del web”.