Continua la drammatica odissea dell’acqua all’arsenico nella zona Casaccia-S.Brigida che da quattro mesi non viene più erogata. Con l’arrivo dell’estate l’interruzione del servizio idrico è gravissima, rimanendo irrisolto pure il problema dei livelli di arsenico superiori alla norma e quello dei lavori necessari ed urgenti non ancora ultimati per assicurare l’erogazione dell’acqua.
A nulla è valso il palliativo di un piccolo serbatoio idrico per uso domestico collocato in zona da Acea Ato 2, che è insufficiente per il fabbisogno di numerosi abitanti e che non viene neanche prontamente riempito dalla società fornitrice, lasciando tante famiglie per giorni e giorni senza acqua e senza poter nemmeno provvedere all’igiene personale.
Il tutto si traduce in un serio pericolo per la salute pubblica anche considerato che in zona vi sono tanti anziani, bambini, donne in attesa e soggetti colpiti da gravi patologie. La questione idrica che interessa la zona della Casaccia e le altre limitrofe, risale a molto addietro ovvero a quando l’ex Ente Maremma (ora Arsial Società proprietaria e che gestisce l’impianto idrico) ha ceduto ad Acea Ato 2 S.p.A. la gestione e la ristrutturazione della rete di approvvigionamento idrico.
La società partecipata capitolina non ha però tenuto fede agli impegni di ristrutturazione concordati, lasciando irrisolti ad oggi anche i gravi problemi delle tubature in eternit di cui è costituito l’impianto. Restano di fatto ancora oggi le vecchie tubature in eternit risalenti agli anni ’50 ormai obsolete e pericolose per la salute che, sfaldandosi, rischiano di compromettere l’acqua che verrà erogata.
Proprio a causa dell’ emergenza idrica, sono state emesse dal Comune di Roma le ordinanze del 21 febbraio 2014 e del 26 marzo 2015 che hanno dichiarato l’acqua in questione non adatta al consumo umano. Al problema già gravissimo si è aggiunta dunque la mancata erogazione dell’ acqua da quasi 4 mesi. L’ultima ordinanza del sindaco del 26 marzo 2015 che ha prorogato fino al 31 agosto 2015 i termini per i lavori, non è stata neanche comunicata ai cittadini.
Dello “stato attuativo degli interventi in corso” ovvero delle opere realizzate fino ad oggi, non è stato possibile avere ancora contezza nonostante le continue richieste dei residenti agli organi preposti che non hanno dato alcuna risposta alle continue denunce. Esasperati dall’interruzione del pubblico servizio e dalla mancata soluzione del problema dell’acqua all’arsenico e delle tubature in eternit, moltissimi residenti che non hanno acqua da quattro mesi dal rubinetto, in quanto la cisterna disponibile viene riempita da autobotti in modo insufficiente a servire tutto il territorio interessato e sono costretti a prendere la poca acqua potabile con delle taniche non sufficiente versata nel serbatoio, hanno chiesto aiuto ad MDC Roma Nord.
I residenti il 13 luglio u.s. hanno incontrato il presidente dott Giovanni Maddaloni e l’avv. Francesca Giglio di MDC Roma Nord che si sono recati presso il territorio interessato. A seguito di una lunga assemblea MDC Roma Nord ha ricevuto mandato per intervenire con la massima urgenza per porre fine ad una situazione gravissima che pone in serio pericolo la salute dei cittadini e nuoce anche all’ambiente.
MDC Roma Nord procederà perciò a diffidare tutti gli Enti e Soggetti responsabili affinchè nell’immediato venga ripristinato il servizio pubblico e vengano eseguite le opere necessarie per garantire il servizio con acqua corrente e potabile con tubature nuove ed adeguate alle normative vigenti.
MDC Roma Nord è pronto ad agire per il risarcimento di tutti i danni fisici e morali subiti dalla popolazione residente, costretta a spese rilevanti per l’acquisto di acqua non solo da bere ma anche per l’igiene personale e della casa, per la lavanderia non potendo usare la lavatrice se non in condizioni davvero da terzo mondo. In mancanza MDC Roma Nord è intenzionata ad andare fino in fondo alla vicenda, ponendo in essere tutte le azioni per l’accertamento delle responsabilità civili, penali ed amministrative di cui già sussistono i presupposti.