Piccoli risparmiatori, anche anziani e senza alcuna esperienza, cui sono stati propinati prodotti finanziari complessi o ad alto rischio in violazione delle garanzie MIFID: il Movimento Difesa del Cittadino (MDC) aveva inviato lo scorso dicembre una diffida a Poste Italiane, ai sensi del Codice del Consumo, per la violazione del dovere di trasparenza, correttezza ed adeguata informazione nella prestazione dei servizi finanziari e richiesto un approfondimento ed una estensione dell’indagine avviata dalla Consob. Di pochi giorni fa la conferma di una multa di 60mila euro irrogata dalla Commissione a Poste Italiane per aver violato le “norme che regolano i conflitti di interesse e la correttezza della condotte, nonché la materia della valutazione di adeguatezza degli investimenti”.
“Una multa irrisoria per Poste Italiane che, come accertato dalla Commissione, tra il 2011 e maggio 2014, ha orientato la propria clientela su specifici prodotti o categorie di prodotti non considerandone i bisogni reali” – commenta Francesco Luongo, vicepresidente nazionale di MDC.
Come già emerso dall’indagine Consob dell’8 agosto 2014, le vendite sarebbero in conflitto di interesse con la rete BancoPosta. Sono soltanto 330.000 i clienti su 900.000 ad avere un profilo di rischio che rispetta la direttiva europea MIFID (rapporto corretto tra chi vende prodotti finanziari e le competenze e la propensione al rischio della clientela), condizione che porta a disinvestimenti anticipati rispetto alle scadenze durante i nuovi collocamenti, con più costi ai clienti e più commissioni alla società. Addirittura il 91% della clientela con la licenzia media rientrerebbe tra i soggetti cui si potrebbero vendere prodotti più sofisticati. Ancora, da quanto diffuso sulla stampa, l’80% dei clienti sopra i 70 anni che hanno comprato una polizza index-linked (strumento finanziario a tutti gli effetti per la Cassazione) avrebbero un orizzonte di investimento superiore ai 7 anni.
“Sono molti i consumatori – prosegue Luongo – che hanno subito perdite rilevanti del capitale investito, è il caso del Fondo Europa Immobiliare 1, collocato attraverso gli uffici di Poste Italiane e che ha registrato una perdita di almeno il 54,52% del valore dalla data di collocamento. Sono necessarie maggiori tutele e risarcimenti per i cittadini coinvolti in investimenti rischiosi senza informazioni adeguate, nonostante la stessa Commissione abbia accertato che il 74,5 % dei clienti del BancoPosta si classificherebbe sui tre livelli più elevati di “esperienza e conoscenza” in materia finanziaria e soltanto il 5% avrebbe conoscenze minime.”.
Infine MDC contesta le rassicurazioni dell’AD di Poste Caio, secondo cui i processi di vendita sono stati modificati d’intesa con la Consob. La Commissione ha infatti rifiutato l’accesso agli atti richiesto ufficialmente proprio da MDC a riguardo, per chiarire in che modo i risparmiatori postali dovrebbero sentirsi nuovamente “sicuri”.
Per l’associazione ci sono ancora molti lati da chiarire quanto al rispetto delle garanzie previste per i risparmiatori dalla Direttiva MIFID nel collocamento di prodotti finanziari di Poste, sopratutto in vista del collocamento delle azioni di Poste programmato per novembre e che prevede quote “rilevanti” riservate sia ai dipendenti sia al mercato retail dei piccoli risparmiatori per favorire un’ampia area di azionariato popolare che va tutelata.