Ultima arrivata è la violazione degli account di posta elettronica da parte di Yahoo per conto dei servizi segreti, mentre già l’Antitrust aveva deciso di voler fare luce sulla vicenda della società americana Whatsapp, accusata di aver messo a disposizione di Facebook le informazioni dei suoi utenti, violando i loro diritti in quanto consumatori. Possiamo dire che oggi l’attenzione delle autorità su questi temi è, finalmente, salita al massimo. Ma è bene che gli organi di vigilanza agiscano nell’immediato per prevenire e individuare qualsiasi reato ai danni delle persone. In questa direzione anche noi associazioni per i consumatori dobbiamo continuare a far sentire la nostra voce e a lavorare insieme per trovare nuove soluzioni che possano tutelare sempre di più i nostri cittadini. Ma cosa è successo? La condivisione delle informazioni degli utenti di Whatsapp con Facebook, e in particolare il numero di telefono, ha suscitato l’attenzione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che, come riporta Repubblica, ha aperto due procedimenti istruttori nei confronti della compagnia americana per aver forzato l’accettazione integrale dei termini contrattuali e la natura di alcune clausole. Una decisione che segue una simile indagine sia del Garante italiano che del Gruppo dei Garanti Ue per la Privacy. La scarsa trasparenza nella gestione delle informazioni è stata al centro di polemiche nei confronti di molti altri programmi di larga diffusione, come Snapchat, Skype e Allo, nuova app di Google.