“Il settore del recupero crediti è sempre più strategico nel panorama economico e sociale del Paese. Ogni anno le imprese di tutela del credito gestiscono decine di milioni di posizioni in via extragiudiziale, alleviando il già gravoso carico pendente dei tribunali italiani. I crediti recuperati, per un valore di circa 10 miliardi di euro all’anno, evitano da una parte che i mancati incassi si trasferiscano sui consumatori con un aumento del costo del denaro, delle tariffe e dei servizi, e dall’altra contribuiscono alla tenuta dell’occupazione e degli investimenti da parte delle imprese creditrici. Si tratta dunque di un’attività estremamente delicata e professionale che necessita di un quadro di regole certe e attuali, attorno alle quali si possa sviluppare un recupero crediti moderno e dialogante con tutti gli stakeolders. Ho ritenuto dunque necessario presentare una proposta di riforma che possa finalmente aggiornare le norme che disciplinano il settore che attualmente risalgono al 1931, ovvero al Tulps – Testo unico leggi di pubblica sicurezza”. E’ quanto ha affermato l’On. Marco Di Maio presentando presso la sala stampa della Camera dei deputati la sua proposta di legge 4358 “Disciplina dell’attività di recupero crediti”.
Si tratta di una proposta di legge che mira a riformare il settore aggiornando la normativa sulla base dei seguenti principi:
- presupposto della licenza del Ministero dell’Interno, come fondamentale elemento di controllo sui requisiti morali del richiedente, sia per ottenerne il rilascio che per il successivo mantenimento;
- salvaguardia del principio di libera concorrenza per le imprese operanti, ma nell’analogo rispetto delle regole definite dall’Italia, per chiunque operi anche dall’estero verso debitori presenti sul territorio nazionale;
- enfasi sul progetto organizzativo dell’impresa, sui requisiti di professionalità e di capacità tecnica di tutte le diverse figure aziendali.
“UNIREC sollecita da tempo una riforma normativa del settore del recupero crediti efficace, in grado di adeguare le regole alle mutate esigenze professionali e di mercato, sino ad oggi gestite attraverso le pur apprezzabili circolari del Ministero dell’Interno” ha affermato Marco Pasini, Presidente di UNIREC, l’Associazione confindustriale che rappresenta oltre l’80% del mercato nazionale con le sue oltre 200 imprese che nel 2015 hanno gestito 40 milioni di pratiche per un valore totale di circa 60 miliardi di euro. “Sosteniamo quindi pienamente la proposta di legge presentata dall’onorevole Marco Di Maio, che introduce quali elementi qualificanti della riforma ‘professionalità, formazione e semplificazione burocratica’. Nella proposta leggiamo inoltre un positivo intento del legislatore di non voler intervenire nel settore con una norma ‘pesante’, rimandando i dettagli operativi a successivi decreti attuativi da realizzarsi di concerto con gli organismi tecnicamente competenti e lasciando un margine per la co-regolamentazione fra le parti interessate. In questo modo la riforma non rischia di essere superata nel corso del tempo da un’evoluzione poco prevedibile per un settore così dinamico. Sono diversi i punti di forza di questo testo, a cominciare dal mantenimento delle competenze presso il Ministero dell’Interno, la cui attività di controllo e monitoraggio ha garantito un elevato grado di sicurezza rispetto all’accesso a questa delicata ed importante attività imprenditoriale. Inoltre il DDL punta molto sulla formazione delle figure professionali e sulla certificazione delle imprese che sono da sempre un cavallo di battaglia di UNIREC e delle sue associate. Si introducono periodici corsi di aggiornamento e qualificazione al fine di garantire la conoscenza e il rispetto delle normative e dei provvedimenti in materia di recupero crediti. Apprezziamo che a definire i percorsi formativi minimi per il mantenimento della certificazione di conformità contribuiscano le associazioni di categoria”.
“La proposta dell’On. Di Maio rappresenta una riforma molto attesa, oltre che necessaria – ha aggiunto l’Avv. Francesco Luongo, Vice Presidente del Forum UNIREC-CONSUMATORI – Per la prima volta si riconosce la giusta importanza ai Codici di condotta redatti dalle associazioni di categoria, che rientrano tra i requisiti minimi di professionalità che imprese e operatori, anche chi opera in sedi estere, dovranno rispettare nello svolgimento dell’attività. A tal proposito non posso non ricordare la positiva esperienza italiana di autoregolamentazione del settore che ha trovato un’applicazione concreta nel “Codice di condotta per i processi di gestione e tutela del credito”, redatto dal Forum UNIREC-Consumatori. Il Codice, approvato due anni fa dalle imprese associate UNIREC, illustra le corrette modalità che gli operatori devono adottare in ogni fase del recupero crediti, dagli orari in cui è possibile entrare in contatto con l’utente a tutto quello che riguarda le comunicazioni epistolari, digitali e i contatti domiciliari. Molto importante, ad esempio, è la gestione delle contestazioni: nel Codice si stabilisce chiaramente che il professionista si impegna a sospendere l’attività di recupero crediti quando il consumatore comprovi la pendenza di una ‘contestazione sul credito vantato’. Si tratta di importanti buone prassi a tutela del debitore che sono il frutto di un lavoro condiviso con le principali Associazioni dei consumatori. Grazie a questo Codice di condotta l’Italia è stata scelta come modello di riferimento in Europa per la predisposizione del nuovo Codice Paneuropeo FENCA”.