App gratis ma solo per un breve periodo di prova scaduto il quale possono arrivare a costare anche 99 dollari (88,34 euro) a settimana. A denunciarlo è il Movimento Difesa del Cittadino che fa l’esempio di “Mobile protection: Clean & Security VPN”, entrata nella top ten delle App più redditizie in grado di generare fino ad 80mila dollari al mese. Come tante App “ingannevoli”, si caratterizza per una descrizione assolutamente approssimativa del servizio offerto, parlando genericamente e in maniera sgrammaticata di rimozione dei contatti doppi, scan completo dei dati del cellulare e di possibilità di cambiare l’IP del proprio device tramite le sue funzioni premium.
Tale App propone inoltre per la funzione non meglio identificata “secure Internet” un’opzione “FREE TRIAL” che mostra solo tra le righe della licenza d’uso, e al momento della conferma, il costo di 99,00 dollari per un abbonamento, che si rinnova in automatico ogni 7 giorni. In questo modo allo sviluppatore è bastato accalappiare gli errori di appena 200 utenti per incassare 80mila dollari al mese. Un valore complessivo di 960mila dollari l’anno. Il segreto? Si sfrutta il nuovo sistema di advertising introdotto nel search di App Store: tramite le inserzioni e la visibilità acquistata sfruttando le keyword più importanti, gli sviluppatori di queste App avvicinano gli utenti meno esperti e ottengono i clic “free trial” a pagamento.
“In Italia dopo una indagine dell’Antitrust su ITunes, Google, Gameloft e Amazon, i titolari degli store online si sono visti approvare, nell’ormai lontano 2015, una serie di impegni – precisa l’Avv. Francesco Luongo, presidente nazionale del Movimento Difesa del Cittadino – In particolare, hanno sostituito termini quali “Gratis” e “Free” con espressioni tali da rendere chiaro ai consumatori che un’App scaricabile gratuitamente può comportare la necessità di effettuare successivi pagamenti per una sua piena utilizzazione. Gli stessi operatori hanno proposto, inoltre, misure volte a consentire ai consumatori un controllo più efficace e consapevole sugli strumenti di pagamento associati al dispositivo, in modo da impedire acquisti non voluti”.
“Purtroppo non basta aver eliminato la parola “Gratis” dagli App store, ma è necessario attivare procedure di verifica costanti su quali applicazioni gli sviluppatori mettono on line e con quali descrizioni, altrimenti i casi come quello denunciato saranno all’ordine del giorno visto che una quota degli incassi finisce proprio ai venditori – denuncia Luongo – Il Movimento Difesa del Cittadino invita i consumatori alla massima attenzione ed a segnalare senza ritardo tutti gli addebiti non riconosciuti legati all’utilizzo di App in apparenza gratuite”.