Nel 2016 sono state oltre 6000 le denunce inviate dai consumatori all’Agcom per segnalare disservizi nella telefonia, il 25% in più rispetto al 2015.
“Possiamo definire il 2016 come l’annus horribilis delle telecomunicazioni – commenta Francesco Luongo, Presidente nazionale del Movimento Difesa del Cittadino – Il malcontento dei consumatori si è concentrato per i due terzi delle denunce su 4 grandi criticità del settore, ben evidenziate nella relazione annuale dell’Autorità. Innanzitutto le modifiche unilaterali, imposte dagli operatori, dei piani tariffari e delle condizioni contrattuali che hanno riguardato 1218 denunce contro le 133 del 2015. Basta ricordare il caso del rinnovo della fatturazione che è passato dalla scadenza mensile a quella a 28 giorni, guadagnando ogni anno un mese in più di fatturazione, ironicamente definito tredicesima”.
“Quasi quadruplicate le denunce per costi di disattivazione percepiti dai consumatori come non giustificati e per ritardi illegittimi nelle lavorazioni delle richieste di recesso in violazione della legge n. 40/2007. Stazionarie, ma pur sempre elevate, le denunce rispetto alle difficoltà di passaggio delle utenze da un operatore all’altro che vanificano di fatto il buon funzionamento del mercato libero. Infine – aggiunge Luongo – il raddoppio delle segnalazioni riferite all’assistenza clienti e alla mancata gestione dei reclami evidenzia l’acuirsi di problematiche di qualità del servizio. L’operatore che ha collezionato più reclami è Tim (42%), seguita da Vodafone (15,6%), H3g (10,1%) e Fastweb (8,7%)”.
“Fortunatamente il miglioramento nella gestione delle segnalazioni, anche grazie all’attività delle Associazioni dei consumatori, e le periodiche verifiche d’ufficio hanno spesso consentito di anticipare l’intervento dell’Autorità rispetto al compiersi degli effetti lesivi per gli utenti. Il Movimento Difesa del Cittadino è da sempre molto sensibile ai diritti dei consumatori nel settore delle telecomunicazioni e vigila sul loro rispetto. A marzo l’Associazione ha lanciato la campagna contro i costosi call center cui ricorrono le aziende per l’assistenza telefonica post-vendita e di recente ha denunciato il fenomeno delle App gratis che, scaduto il breve periodo di prova, possono arrivare a costare anche 90 euro a settimana. Insieme al Codacons, infine, ha inviato un esposto al Garante Privacy, all’Agcom e all’Antitrust per denunciare il fatto che diverse aziende telefoniche hanno inviato ai propri clienti lettere di sollecito di pagamento per fatture non saldate in cui si minaccia l’iscrizione dell’interessato all’inesistente banca dati morosi SiMoITel. Continueremo a raccogliere ed inviare reclami in tutte le nostre sedi per fare in modo che il 2017 non sia peggio del 2016 – conclude Luongo – anche se le premesse non sono delle migliori”.