L’Italia è nella morsa della siccità, con oltre due miliardi di danni alle coltivazioni e 10 Regioni che chiedono lo stato di calamità naturale per accedere al Fondo di solidarietà. In piena emergenza la città di Roma che dal prossimo 28 luglio si troverà ad affrontare un piano di razionamento idrico che prevede uno stop della fornitura a turno in diversi quartieri con disagi per circa 1,5 milioni di cittadini.
“E’ a dir poco scandaloso che la capitale d’Italia debba trovarsi in questa situazione di fronte ad un fenomeno che, molto probabilmente, si ripeterà anche nei prossimi anni – denuncia il Presidente del Movimento Difesa del Cittadino Francesco Luongo – Viviamo ormai nel pieno della stagione dei cambiamenti climatici e non possiamo permetterci di avere una rete idrica della capitale che disperde lungo il percorso il 44% dell’acqua, a fronte di una media nazionale del 38%, sprecando quasi la metà di una risorsa che diventa sempre più preziosa. Il Lazio si colloca tra le Regioni più sprecone di Italia, con una media del 60% e punte di dispersione che toccano il 65% nella zona di Latina. Questo grazie ad un’azienda municipalizzata che ha imposto negli ultimi anni diversi aumenti delle tariffe. Soltanto nel 2016 l’andamento dei ricavi da servizio idrico integrato ha registrato un aumento di 46,6 milioni di euro, per effetto degli aggiornamenti tariffari generosamente approvati dalla dall’AEEGSI “.
“Il nostro timore – prosegue Luongo – è che a Roma si stia giocando in realtà una battaglia politica tra la Regione, che ha bloccato i prelievi d’acqua dal lago di Bracciano e la multiutility, controllata dal Comune, che bolla come illegittimo il provvedimento e risponde con un piano di razionamento intollerabile con temperature che superano i 40°”.
Il Movimento Difesa del Cittadino aderisce senza remore alla denuncia di Legambiente, secondo cui lo stop della Regione alle captazioni da parte di Acea è un atto necessario per salvare il lago che ha raggiunto un livello sotto di 140 cm dallo zero idrometrico. Il rischio per l’Associazione dei consumatori è che “a fare le spese di questa malagestione saranno soltanto i cittadini romani che da venerdì si troveranno ad affrontare turni di 8 ore senza acqua”.
Il Movimento Difesa del Cittadino invierà comunque un esposto alla Autorità per l’Energia Elettrica il Gas ed i Servizi Idrici chiedendo di verificare le ragioni per cui Acea non effettua una gestione della rete che riduca la percentuale di dispersione e disponga un indennizzo in bolletta per gli utenti che resteranno senza acqua proporzionato alla assenza del servizio che comunque pagherebbero in bolletta.