Prosegue senza sosta la Campagna SOS TARI lanciata dal Movimento Difesa del Cittadino (MDC) il 23 ottobre scorso, per denunciare lo scandalo della quota variabile moltiplicata indebitamente anche sulle pertinenze dell’abitazione. Non c’è ancora una stima precisa dei Comuni irregolari, ma dovrebbero essere circa 800, ovvero uno su 10.
“Dopo la nostra denuncia il caso è diventato di dominio pubblico e, per fortuna, è partita un’enorme mobilitazione mediatica che ha coinvolto anche le istituzioni, dall’Anci agli Assessori alle finanze dei singoli Comuni, ed ha evidenziato la necessità di riportare il calcolo della TARI nella regolarità. Una volta tanto le amministrazioni coinvolte hanno riconosciuto l’errore ed il diritto alla restituzione delle somme pagate illecitamente – dichiara il Presidente del Movimento Difesa del Cittadino Francesco Luongo – Il nodo, adesso, è proprio quello dei rimborsi e delle loro tempistiche. L’Anci, ad esempio, pur ammettendo un errore nel calcolo della tassa, scarica la responsabilità sul Ministero delle Finanze che non avrebbe controllato i Regolamenti trasmessi e paventa il rischio di un aumento per tutti sulla Tari del 2018. Questa volta – aggiunge Luongo – sono i “poveri” Comuni ad essere vittime di quello che i contribuenti italiani subiscono da sempre, pagando di tasca gli errori di un’amministrazione pubblica spesso ingiusta e disattenta. Attendiamo al più presto l’elenco dei Comuni che hanno gonfiato la TARI e chiediamo un Tavolo al MEF per capire come e quando rimborsare i cittadini evitando soluzioni pasticciate e rinvii, su questo non tollereremo ritardi o ripensamenti come avvenne nel caso dei costi per la depurazione senza impianti. Intanto la nostra Associazione ha predisposto fin da subito un modulo di autotutela che il consumatore può compilare in modo facile e veloce da trasmettere al proprio Comune, il quale deve rispondere entro 90 giorni.
Ma scoppia anche il caso Roma: come denunciato dal Movimento oggi, durante la trasmissione Mi Manda Rai Tre, all’elenco di città coinvolte nello scandalo TARI si potrebbe aggiungere aggiungere anche la Capitale che, in un primo momento, sembrava applicare un calcolo regolare. “Dopo un esame approfondito delle varie delibere del Campidoglio ed in particolare della n. 3/17 ci siamo accorti che non vengono indicate da nessuna parte le tariffe a metro quadro per la quota fissa e variabile che compongono la TARI per le utenze domestiche e questo anche negli allegati. Dunque – spiega il Presidente del Movimento Difesa del Cittadino – il consumatore non può sapere se la tassa rifiuti che paga è giusta oppure no perché nelle varie delibere del Comune si fa riferimento solo ai coefficiente ed al Piano finanziario dove non sono neppure specificate del dettaglio. Un vuoto che crea una situazione di totale incertezza tanto che, come ha anche già sottolineato il Sole 24 Ore, in alcuni casi il conto non torna nemmeno quando si confronta la tariffa chiesta ai cittadini con quella indicata dal calcolatore online di Ama”.
“Chiederemo a riguardo chiarimenti formali al Comune di Roma e nel frattempo continueremo a fornire assistenza ai consumatori che si trovano in questa assurda situazione e faremo buona guardia sui pretesi aumenti della TARI che i Comuni vorrebbero applicare dal 2018 conclude Luongo – Leggiamo che città come Milano e Catanzaro starebbero pensando ad aumenti di almeno 6 euro a persona. Verificheremo con attenzione la congruità ed il contenuto dei Piani Finanziari, molti dei quali illegittimi per la mancata indicazione dei parametri di qualità del servizio e delle relative Carte dei Servizi previste per i gestori del servizio rifiuti dall’art. 2 comma 461 della Legge 244/07″.