«Purtroppo il Bonus Internet, che dovrebbe aiutare le famiglie ad accedere alla banda larga vitale nell’ emergenza COVID-19, tra didattica a distanza e smartworking, rischia di trasformarsi in un regalo alle compagnie telefoniche in violazione del diritto alla Net Neutrality ed alla libertà di scelta dei consumatori» – non usa mezzi termini il Movimento Difesa del Cittadino per bocca del Presidente nazionale Francesco Luongo dopo l’ufficializzazione della data del 9 novembre per il lancio delle offerte che potranno accedere al contributo.
Già online il PDF della domanda per il buono che i consumatori dovranno compilare allegando una fotocopia del documento di identità, una del codice fiscale di chi effettua la richiesta e il contratto già in essere (se sottoscritto), con profilo di servizio inferiore a 30 Mbps.
Infratel Italia, delegata dal Governo alla erogazione materiale del contributo, approverà, entro il 7 novembre, le offerte caricate entro oggi dagli operatori sulla piattaforma ad essi riservate.
I voucher per la banda ultralarga fino a 500 euro saranno quindi erogati alle famiglie con ISEE inferiore a 20.000 euro.
La somma potrà essere utilizzata per sottoscrivere un nuovo contratto per il servizio di connettività con un operatore, chiedendo al tempo stesso l’ottenimento di un modem, un computer o un tablet, che però sarà solo in comodato d’uso, scelto e fornito sempre solo dalla compagnia; inoltre il device non potrà essere acquistato liberamente dal consumatore presso punti vendita fisici oppure on line.
Questa limitazione sarà fortemente lesiva per i consumatori, esponendoli, secondo il Movimento, a possibili penali e clausole vessatorie di ogni genere qualora volessero recedere dal contratto.
L’associazione di consumatori rilancia l’invito già espresso dalla Free Modem Alliance al Comitato Banda ultra larga (Cobul), presieduto dalla Ministra per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione Paola Pisano, a rivedere il sistema di erogazione dei buoni predisposto nel Regolamento di Infratel nella parte dell’acquisto di pc, modem e tablet, sganciandolo dalla compagnia telefonica per evitare rischi di lock-in già paventati dall’Antritrust.
Proprio l’Autorità di tutela dei consumatorie ha recentemente confermato in un parere al Cobul che è prassi di mercato imporre oneri di attivazione e di fornitura di apparati ben al di sopra dei reali costi sopportati e poiché tali oneri di attivazione non corrispondono ai reali costi di fornitura dei servizi di attivazione, assistenza e degli apparati necessari, tali meccanismi tariffari impediscono di fatto ai consumatori di recedere dal contratto senza spese non giustificate da costi dell’operatore.
MDC ricorda la gravità sempre maggior del digital divide in Italia, che vede il 33,8% delle famiglie italiane senza neppure un computer o un tablet e solo per il 22,2% ogni componente ha a disposizione un device, mentre negli altri casi si fotografa una gestione comune del PC, con tutti i disagi che ne conseguono nel protrarsi del lockdown causato dalla pandemia.
Ancora più allarmante il dato che riguarda il Mezzogiorno, dove la quota delle famiglie senza computer arriva al 41,6%.