Le istituzioni considerino l’impatto sociale ed economico di tali provvedimenti e promuovano una transizione digitale inclusiva, che non lasci indietro nessun consumatore
Il Movimento Difesa del Cittadino (MDC) esprime forte preoccupazione per l’emendamento 76.07 al Disegno di Legge di Bilancio 2025, che prevede un incremento del 10% sui costi dei servizi di connettività basati su rete in rame a partire dal primo gennaio 2025. Questa misura, finalizzata ad accelerare il passaggio dalle reti in rame alla fibra ottica, rischia di penalizzare ingiustamente milioni di utenti che non hanno accesso a connessioni in fibra. ”Imporre un aumento dei costi per servizi su rete in rame senza garantire un’alternativa in fibra ottica accessibile rappresenta una grave ingiustizia per i consumatori. È fondamentale promuovere la transizione tecnologica, ma ciò deve avvenire attraverso incentivi e investimenti infrastrutturali, non penalizzando chi non ha altre opzioni”, afferma l’avvocato Francesco Luongo, esperto del Movimento Difesa del Cittadino. Luongo aggiunge: “Chiediamo al Parlamento di rivedere questa misura e di adottare soluzioni che tutelino i diritti dei cittadini, assicurando un accesso equo e universale alla connettività”.
MDC evidenzia che tale provvedimento potrebbe configurarsi come un’imposta indiretta a carico di consumatori e imprese, specialmente nelle aree meno servite. Inoltre, l’aumento delle tariffe ADSL non offre una soluzione concreta agli utenti, soprattutto in un Paese dove molte zone non hanno ancora accesso alla banda ultra larga. Il Movimento Difesa del Cittadino invita le istituzioni a considerare l’impatto sociale ed economico di tali provvedimenti e a promuovere una transizione digitale inclusiva, che non lasci indietro nessun consumatore.