L’Italia si appresta a recepire la Direttiva 2012/27 del 25 ottobre 2012 sull’efficienza energetica, che modifica le direttive 2009/125/CE e 2010/30/UE e abroga le direttive 2004/8/CE e 2006/32/CE, mediante un DLGS adottato all’ultimo minuto che poteva essere oggetto di ampia discussione e dibattito come richiederebbe un provvedimento così importante per il Paese, anche alla luce del ruolo che l’Italia avrà durante il semestre di presidenza Europea, che la vedrà anche responsabile di monitorare il recepimento della direttiva nel resto della UE.
Insomma non solo non vi è stata alcuna discussione sulla materia, ma con questo decreto si modifica radicalmente la struttura della bolletta elettrica, eliminando la “progressività” all’insaputa di 30 milioni di utenze domestiche e premiando chi consuma di più. Un vero paradosso se pensiamo che da tempo i Consumatori chiedono che l’introduzione delle politiche sull’efficienza e dei comportamenti dei consumatori finali siano volte al risparmio e alla riduzione degli sprechi alla luce della grande crisi che stiamo vivendo e del peso che le bollette energetiche hanno sempre più nei bilanci familiari e che la struttura tariffaria attuale, nata nel 1973 (quindi in piena emergenza energetica), è coerente perché incentiva il risparmio.
La beffa sta nel fatto che all’Art.11 dello schema di DLGS, va nella direzione di riformare la struttura tariffaria non più progressiva, scontrandosi di fatto con la attuale fase recessiva e cultura del risparmio energetico su cui si sposa con l’efficienza e su cui noi tutti sappiamo che è il futuro su cui lavorare. Come si può coniugare efficienza e risparmio se la bolletta non sarà più progressiva? Pertanto le associazioni chiedono alle commissioni competenti lo stralcio dell’articolo 11, considerato che ha altri fini e nulla a che vedere con l’efficienza energetica.
I consumatori oltre alla revisione dell’attuale schema del DLGS, che dovrebbe contenere da subito elementi legati ad incentivare i comportamenti virtuosi dei consumi domestici, premiando di fatto chi fa effettivamente efficienza, sono d’accordo nel consentire l’elevazione della potenza da 3 a 4,5 kw senza maggiorazioni tariffarie e oneri per gli utenti, consentendo l’utilizzo delle pompe di calore così come previsto nel conto termico.
Sarebbe inoltre necessario il superamento dell’attuale impostazione degli incentivi sulle FER, spostandole sulla fiscalità generale anziché farle cadere sulle spalle dei consumatori domestici.