Dopo il blackout della rete Wind che nella giornata del venerdì 13 giugno ha lasciato senza connessione internet circa un italiano su quattro, oggi il Movimento Difesa del Cittadino (MDC), insieme ad altre associazioni di consumatori, è stato convocato dall’Autorità Garante per le Comunicazioni per chiarire le cause dell’accaduto e discutere del riconoscimento degli indennizzi agli utenti.
“Sono circa 22 milioni di clienti mobili, – dichiara Francesco Luongo, vicepresidente MDC presente per l’associazione in AGCOM – 2,95 milioni di clienti di telefonia fissa e 2,21 milioni di clienti broadband,di Wind molti dei quali sono stati interessati dal collasso della rete e che per un’intera giornata non hanno potuto usufruire dei servizi dati e voce. Le scuse della compagnia telefonica non bastano, davanti a un disservizio di questo tipo va tenuto conto del disagio anche materialmente, con un indennizzo o uno sgravio sulla bolletta salvo il risarcimento dei maggiori danni per chi li riesca a dimostrare in sede giudiziaria”.
Stando alle dichiarazioni di Wind all’Agcom il problema è qualificabile come errore tecnico interno derivante da un proprio apparato ubicato nel nord Italia riverberatosi sull’intero territorio nazionale e che non vi sono rischi per i dati personali dei clienti, anche se l’azienda non ha saputo quantificare il numero effettivo degli utenti coinvolti. Addirittura la compagnia non ritiene sussistere alcun diritto dei clienti agli indennizzi e si impegna a valutare i reclami caso per caso.
Neppure sembra sia stata accettata la proposta di mediazione avanzata dall’Agcom di un bonus ad esempio sotto forma di Sim con un traffico dati pari ad 1 gigabyte e le altre avanzate dalle associazioni in termini di indennizzi e traffico, su cui comunque c’è stata una riserva di decidere.
A questo punto MDC, nelle more delle prossime decisioni dell’operatore, assisterà tutti gli utenti interessati sia ad ottenere gli indennizzi che il risarcimento dei danni subiti per il blackout attivando uno sportello ad hoc per i reclami, le conciliazioni e le eventuali azioni giudiziarie.