Il fascicolo sanitario elettronico, che raccoglie in formato digitale l’insieme dei dati e documenti digitali di tipo sanitario e sociosanitario generati da eventi clinici presenti e trascorsi, riguardanti l’assistito, è ancora ai blocchi di partenza in Italia. Poche le regioni in cui è disponibile, molte quelle che ancora si trovano in una fase molto arretrata del processo di digitalizzazione.
Dopo la pubblicazione, il 31 marzo scorso, delle linee guida per la presentazione dei progetti regionali e la scadenza (il 30 giugno 2014) del termine ultimo entro il quale tutte le Regioni dovevano avere predisposto i rispettivi piani finalizzati alla realizzazione, le amministrazioni regionali avranno tempo fino al 30 giugno 2015 per l’attivazione effettiva del FSE. Poche le regioni che lo rendono oggi disponibile: Toscana, Emilia-Romagna, Piemonte, Lombardia e Sardegna.
Ci sta lavorando il Veneto, mentre per altre regioni sembra ancora un progetto ancora tutto da impostare. La finalità cui tende è non solo quella di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, ma anche di studio e ricerca scientifica in campo medico, biomedico ed epidemiologico, oltre che di programmazione sanitaria, verifica della qualità delle cure e valutazione dell’assistenza sanitaria.
a cura di Livia Parisi
Il Salvagente