Positivo l’approccio dei consumatori verso l’e-commerce, è il 64% a utilizzare questo canale di vendita per gli acquisti, timidi invece i tentativi nell’alimentare che registra l’11%. Forse perché al consumatore piace leggere l’etichetta, conoscere il prodotto e verificarne la qualità. Il dato interessante è che sono proprio le donne, di età compresa tra i 25 e i 45 anni, ad aver colto maggiormente le potenzialità del web e preferire l’acquisto di cibo online.
Non mancano i casi di frode, che riguardano il 31% degli intervistati: il 45% non ha mai ricevuto il prodotto, al 23% ne è stato recapitato uno differente, al 12% ne è arrivato uno scaduto e il 10% ha avuto una quantità inferiore a quella ordinata.
Emerge che tra gli alimenti maggiormente contraffatti il 16% è dato da prodotti DOP e IGP, il 12% dai semilavorati, il 32% da prodotti tipici. Nello specifico il 32% ha subito frodi sui formaggi, il 12% su creme spalmabili, il 10% sui salumi, il 7% su vari altri prodotti.
Sono questi i dati principali emersi dall’indagine campionaria su 1260 persone realizzata dalla testata Frodi Alimentari e il Movimento Difesa del Cittadino (MDC) e presentata questa mattina in occasione del workshop “E-commerce e frodi alimentari: conoscere il fenomeno per difendere la qualità e i consumatori”, organizzato in collaborazione con il Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari – Nucleo antifrodi (NAC) e dell’ICQRF del MIPAAF.
La sinergia tra queste tre realtà punta ad analizzare e informare i consumatori su un emergente mercato di scambio dei prodotti agroalimentari che può rivelarsi utile e vantaggioso ma che nasconde ancora qualche insidia. Proprio a difesa del consumatore, essenziale è il contributo di chi controlla tutta la filiera, come i Nuclei Antifrodi Carabinieri che, in recenti controlli sul circuito del Falso Made in Italy all’estero, hanno segnalato alla rete di cooperazione internazionale di polizia e alle agenzie di riferimento ben 70 tipologie di prodotti contraffatti e falsamente evocanti marchi nazionali di qualità tra cui vini, formaggi DOP, falso aceto balsamico IGP ed altri prodotti contraffatti venduti sul web.
Tra i casi più significativi del 2013, il blocco della commercializzazione dei “Wine–Kit” in Gran Bretagna, prodotti liofilizzati ottenuti con estratto di mosto e messi in vendita in improbabili “Kit di autoproduzione” etichettati con noti marchi di vini nazionali, e ancora il caso dei “Cheese Kit”, in Nuova Zelanda, Australia e Canada, confezioni con lo scopo di replicare prodotti caseari tipici italiani, come la mozzarella, l’asiago o la ricotta, con etichette che richiamano il tricolore e la denominazione “Italian Cheese”.
Per sfruttare in sicurezza l’e-commerce anche il consumatore può fare molto, a sottolinearlo il decalogo “E-commerce e frodi alimentari: 10 consigli per evitarle” predisposto da MDC e Frodi Alimentari: bastano infatti piccoli accorgimenti che tengano conto della trasparenza e dell’affidabilità che l’azienda vuole comunicare al cliente, attraverso elementi grafici e informativi il più esaustivi possibile, per avere direttamente a casa propria un prodotto sicuro e di qualità.
Leggi il decalogo “E-commerce e frodi alimentari: 10 consigli per evitarle”
Leggi l’indagine conoscitiva sull’approccio dei consumatori nei confronti dell’ecommerce
per l’acquisto di prodotti alimentari