I ragazzi milanesi conoscono le cause dell’obesità e le regole della piramide alimentare ma, anche se hanno le idee chiare sul “cibo spazzatura”, si interrogano poco sull’origine degli alimenti. Amano il Kebab, consumano poca frutta e verdura preferendo merendine confezionate e bibite gassate e praticano poco lo sport.
È quanto emerge dall’indagine campionaria “Minori e benessere fisico: tra conoscenza, consapevolezza e abitudini” realizzata dal Movimento Difesa del Cittadino (MDC) di Milano in occasione della Giornata mondiale dell’Infanzia di domani su un campione di 399 ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 12 anni. La ricerca ha monitorato comportamenti e consapevolezza acquisita attraverso la somministrazione a distanza di un mese di due differenti questionari su benessere fisico, ambiente e consumo sostenibile, influenze culturali.
Il problema dell’obesità infantile è presente in percentuali significative nel nostro Paese: il sistema di sorveglianza nazionale predisposto dal Ministero della Salute “OKkio alla Salute” rileva un 22,2% di bambini in sovrappeso e un 10,6% di obesi. In Lombardia la percentuale complessiva di bambini in sovrappeso e obesi riguarda il 24,1%, un dato migliore rispetto alla media nazionale ma non tale da poter essere sottovalutato.
I dati della ricerca MDC rivelano che i giovani studenti sono per lo più consapevoli di come stili di vita e salute rappresentino le due facce di una stessa medaglia, il 51,65% dichiara che la cattiva alimentazione è tra le cause principali dell’obesità e un 40,69% attribuisce il fenomeno alla scarsa attività fisica. Il 78,20% identifica senza difficoltà gli alimenti ipercalorici e nutrizionalmente poveri, “cibo spazzatura”, con quello dei fast food.
Nonostante questo dato positivo è il 49% ad ammettere di consumare abitualmente bevande zuccherate e gassate e il 35% di preferire snack e merende confezionate per lo spuntino di metà mattina, a discapito di frutta e verdura. Tra i cibi etnici vince il kebab con il 42,41%.
L’attività sportiva è praticata con frequenza solo dal 26,70% del campione, mentre è più del 70% a svolgere generiche attività di movimento come salire le scale o passeggiare con gli amici, eppure sono a conoscenza della stretta correlazione tra dispendio energetico ed esercizio fisico.
“È evidente che occorre fare di più, soprattutto sul fronte della prevenzione, – dichiara Lucia Moreschi, responsabile di MDC Milano – se è pur vero che l’obesità essenziale è una patologia a genesi multifattoriale (predisposizione genetica, fattori psicologici, influenza socio-ambientale) molto si può fare intervenendo correttamente sui propri stili di vita come alimentazione e attività fisica. Il problema interessa tutta l’Europa e ha un costo sociale elevato, se si considera che circa il 7% della spesa sanitaria europea è impiegata nella cura di patologie connesse all’obesità. Fondamentali si rivelano le attività formative dedicate ai bambini e ai ragazzi, supportate da Istituzioni, agenzie educative e famiglie”.