Vola il Veneto, che raggiunge Sicilia e provincia autonoma di Trento in testa alla classifica delle Regioni con il più alto tasso di dematerializzazione. Corre anche il Piemonte, che si piazza nella scia della Basilicata. Marciano di buona lena Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia, segnano il passo Valle d’Aosta e Marche, rimangono al palo le altre.
Tanto che alla scadenza del 31 dicembre, il traguardo dell’80% delle ricette dematerializzate (fissato dall’Agenda per la Sanità digitale) riusciranno a tagliarlo cinque Regioni al massimo. E’ il quadro della dematerializzazione in base alle ultime elaborazioni effettuate da Promofarma (la società di servizi informatici di Federfarma) sui dati risalenti a fine ottobre.
In testa alla classifica della dematerializzazione rimangono Sicilia e provincia autonoma di Trento, con l’84,9 e l’84,6% di ricette digitalizzate. Sul terzo gradino del podio si colloca a sorpresa il Veneto, che era partito soltanto a settembre ma nel giro di un paio di mesi ha già reso “paperless” l’83,4% delle prescrizioni.
Scende così dal terzo al quarto posto Basilicata, che a più di un anno dal via della fase a regime non va oltre il 68% di ricette dematerializzate, due punti appena sopra il Piemonte (dove però si è partiti soltanto nel maggio scorso). Dietro al quintetto di testa segue un secondo scaglione, costituito da Regioni che stanno avanzando a passo costante o che erano partite bene e poi si sono fermate. Quest’ultimo è il caso della Valle d’Aosta, che da mesi resta sotto il 40%, e le Marche, 12%.
Procedono invece a passi piccoli ma regolari Friuli ed Emilia Romagna: la prima, partita in estate, è già ormai al 31,3% di ricette digitalizzate, in Emilia invece, dove si è partiti un anno fa, non si va oltre il 23,7%.Di fatto deve ancora partire: Liguria (1,39%), Toscana (0,61%), Umbria (0,58%), Puglia (0,49%), Molise (0,15%), Lombardia (0,09%) e Campania (0,05%). Ancora ferme Lazio, Abruzzo, Calabria e Sardegna, dove neanche si è partiti.
a cura di Livia Parisi
Il Salvagente