Incentivi attraverso benefici o deduzioni fiscali ai consumatori che usano strumenti di pagamento tracciabili per i loro acquisti. È questa la proposta contenuta nell’indagine conoscitiva sulla moneta elettronica inviata dall’Italian E-payment Coalition (IEPC) alle Commissioni Riunite VI e X “Finanze” e “Attività produttive”.
Secondo l’indagine il nostro Paese, dagli esercizi commerciali alla Pubblica amministrazione, usa poco le carte di pagamento e i terminali POS per acquistare beni e servizi, strumenti che invece consentirebbero una maggiore velocità e sicurezza dei pagamenti, sferrando un duro colpo all’evasione fiscale. Pagare tutti per pagare meno.
La proposta presentata a luglio del 2013 dalla Commissione Europea, per le quattro associazioni che compongono la Coalizione (Movimento Difesa del Cittadino, Cittadinanzattiva, Confconsumatori e Assoutenti) trova il suo limite nel prevedere esclusivamente un’agevolazione per commercianti ed esercenti. Questo comporterebbe una drastica riduzione delle commissioni interbancarie, quindi una mancata remunerazione degli istituti bancari, che potrebbe determinare dei rincari per i possessori delle carte come già verificatosi in altri Paesi dell’UE. In un contesto del genere un utente su tre rinuncerebbe ai pagamenti elettronici per tornare al contante, come emerso da un sondaggio precedente.
IEPC invita le Commissioni a tenere in considerazione l’adozione di incentivi ai consumatori che possano ridurre la diffidenza verso la moneta elettronica promuovendone un maggiore utilizzo. La tracciabilità dei pagamenti avrebbe l’effetto positivo di ridurre l’economia sommersa e la pressione fiscale, sull’esempio di Paesi come la Corea del Sud o l’Argentina, dove interventi strutturati hanno ridotto notevolmente l’uso del contante.