“Come temevamo, i primi casi di vendita al consumatore di uova contaminate dal Fipronil non si sono fatti attendere anche in Italia”. A denunciarlo è il Movimento Difesa del Cittadino che rilancia la notizia del sequestro, a Milano, di una partita di omelette surgelate prodotte con uova contaminate. Si tratta di 127 confezioni, con scadenza il 16 febbraio 2018, vendute ai consumatori con il nome commerciale di “Atsuyaki Tamago”. Il caso si aggiunge ai due campioni di uova positivi individuati ieri ad Ancona e a Roma.
“Alla luce di questi risultati a nulla servono le rassicurazioni premature e fuori luogo del Ministero della Salute visto l’esito dei primi controlli a campione da parte dei NAS e delle Regioni. A questo punto ci chiediamo: a quali consumatori toccherà la pasta all’uovo al Fipronil che, sempre a detta del Ministero, non fa male?” Questa la provocazione lanciata dal Presidente Nazionale del Movimento Difesa del Cittadino Francesco Luongo che chiede al Ministero di “rendere subito noti i nomi delle aziende coinvolte nel nuovo caso di contaminazione, così come ha fatto la Francia e la Germania, pubblicando l’elenco dei prodotti coinvolti e rendendo pubblici i flussi commerciali delle materie prime provenienti dall’estero”.
“Non è il primo caso e purtroppo non sarà l’ultimo – aggiunge Francesco Luongo – In una filiera alimentare così complessa e globalizzata non basta avere un sistema di allerta che viene attivato, molto spesso, quando lo scandalo ha già raggiunto le dimensioni “europee”, coinvolgendo praticamente tutti i Paesi. Bisogna intervenire sulla trasparenza e sulla tracciabilità dei vari passaggi, con una normativa europea che garantisca informazioni chiare su tutti i prodotti, soprattutto sugli alimenti composti. E poi bisogna incrementare i controlli a monte, perché le verifiche ex-post, evidentemente, non bastano. Non possiamo permetterci di avere queste falle in un settore tanto delicato come quello della sicurezza alimentare, mettendo a rischio la salute dei cittadini – conclude il Presidente del Movimento – Dal caso della mucca pazza, scoppiato ormai 16 anni fa, sono stati compiuti molti passi avanti, ma c’è ancora tanto da fare ed è arrivato il momento di prendere decisioni che non sono più rinviabili al prossimo scandalo”.