Editoriale Diritti&Consumi – Di Francesco Luongo, Presidente Nazionale
Le numerose emergenze del Paese, come i migranti, il terrorismo e le gravi tensioni internazionali, hanno inevitabilmente posto in secondo piano la vera e propria rivoluzione dell’associazionismo italiano dettata da due importanti provvedimenti varati in questa calda estate. Dopo una lunga attesa, nasce il Codice del Terzo Settore (D.lgs 117/17) che ridisegna completamente il quadro normativo per il volontariato italiano, con importanti innovazioni come l’abolizione delle Onlus e la nascita degli Enti del Terzo Settore (ETS). Questa nuova categoria racchiuderà in sé tutte le attuali organizzazioni di volontariato, di promozione sociale, enti filantropici, imprese sociali incluse le cooperative, le reti associative, le società di mutuo soccorso, fondazioni ed ogni altro tipo di associazione riconosciute o meno.
Negli oltre 104 articoli del Codice il legislatore è intervenuto in modo molto dettagliato su tutti gli aspetti legati alla costituzione ed alla vita stessa delle associazioni, con norme precise sull’ordinamento interno e l’amministrazione stessa delle associazioni. Tra le novità la tenuta delle scritture contabili, gli organi di controllo obbligatorio con entrate sopra i € 220.000,00, la necessità di revisore legale per associazioni con almeno 12 dipendenti ed entrate per € 2.200.000,00, ma anche un obbligo preciso da parte della P.A. di coinvolgimento e coprogettazione con gli ETS. Di grande impatto sui territori anche il riordino dei Centri Servizi del Volontariato ed i nuovi Titoli di solidarietà, ovvero obbligazioni o altri strumenti finanziari che potranno essere emessi dalle banche per supportare il terzo settore.
Per accedere alle agevolazioni l’associazione sarà tenuta all’iscrizione nel nuovo Registro Unico Nazionale del Terzo Settore, istituito presso il Ministero del Lavoro e gestito, su base territoriale, da Regioni e Province autonome, con le regole che saranno emanate in un apposito decreto del Ministero entro agosto 2018. Si tratta forse della più importante innovazione che della norma che comporterà la necessità di modifiche statutarie per gran parte degli organismi che vorranno mettersi in regola. Se la necessità di un riordino della materia era fortemente sentita, l’impianto del Codice e la regolazione amministrativa del Registro degli ETS, affidata alle Regioni e Province autonome, non fanno ben sperare quanto alla semplificazione di un sistema del volontariato già oberato di obblighi costosi e adempimenti burocratici, destinati a moltiplicarsi in contrasto con la libertà di associazione prevista dall’art. 18 della Costituzione.
La seconda importante novità, deriva dall’ approvazione della legge annuale sulla concorrenza (L. 124/17), che estende la piena applicazione del D.lgs n. 33/13, in materia di trasparenza, al no profit ponendolo di fatto sotto il controllo dell’ANAC. A decorrere dal 2018, associazioni fondazioni ed anche le imprese dovranno pubblicare nei propri siti o portali digitali, entro il 28 febbraio di ogni anno, sovvenzioni, contributi, incarichi retribuiti e ogni vantaggio economico, di qualunque genere, ricevuti dalle pubbliche amministrazioni o società controllate in tutto o in parte dalla P.A. L’inosservanza di tale obbligo comporterà la drastica sanzione della restituzione delle somme ricevute ai soggetti eroganti. Finirà l’era del finto no profit che opera nell’ombra intercettando milioni di euro di fondi pubblici? Staremo a vedere, vigilando sulla corretta applicazione della Legge.