Il Movimento Difesa del Cittadino scende in campo contro la fatturazione telefonica a 28 giorni decisa da Tim, Wind, Vodafone, Fastweb, e annunciate anche da Sky dal 1 ottobre, ed applicate a milioni di utenti della telefonia e Pay Tv. “L’unico modo per bloccare questo ulteriore salasso, che rischia seriamente di estendersi anche a bollette di luce e gas è cambiare una volta per tutte il Codice delle Comunicazioni garantendo davvero gli utenti e rafforzando i poteri dell’Agcom” spiega il Presidente nazionale del Movimento, Francesco Luongo, l’associazione ha lanciato quest’oggi una petizione sulla piattaforma Change.org per chiedere a Governo e Parlamento l’urgente modifica dell’art. 70 del Codice delle Comunicazioni Elettroniche inserendo l’obbligo del rispetto del calendario legale nella fatturazione di tutti i servizi di comunicazione elettronica e pay tv e l’introduzione del divieto da parte degli operatori di modificare condizioni contrattuali e tariffe per tutta la durata del contratto, salvo diverso accordo con il cliente, abrogando il semplice preavviso di 30 giorni per il recesso previsto oggi”.
La petizione dei cittadini verrà consegnata al Presidente del Consiglio dei Ministri Paolo Gentiloni, al Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ed all’Autorità per le Garanzia nelle Comunicazioni.
Come ha denunciato Luongo, “le sanzioni servono a poco anche perché, se arriveranno, saranno sicuramente impugnate al TAR e a rimetterci saranno sempre e comunque i consumatori che nel frattempo dovranno pagare la tredicesima alle compagnie telefoniche”. Ma questo nuovo “mese telefonico” può rappresentare un punto di svolta per capire se in Italia i diritti dei consumatori contano ancora qualcosa o meno. Il Movimento Difesa del Cittadino invita i cittadini a firmare la petizione per sostenere con forza una richiesta che mette fine a questi odiosi giochetti con cui gli operatori cercano di arricchirsi a danno dei loro clienti”.