“Un giudizio decisamente positivo, ma condizionato all’attuazione delle norme a favore del consumatore sovraindebitato che non restino sulla carta come accade oggi, ma vengano effettivamente applicate dai Tribunali dopo i decreti attuativi”. Questo il parere del Movimento Difesa del Cittadino sulla riforma della Legge Fallimentare approvata ieri al Senato, che interviene anche sulla legge “Salva suicidi” n. 3 del 2012.
Come sottolineato dall’Avv. Francesco Luongo, Presidente Nazionale del Movimento, “alcune innovazioni sono particolarmente importanti come il consentire al debitore meritevole, che non sia in grado di offrire ai creditori alcuna utilità, diretta o indiretta, nemmeno futura, di accedere all’esdebitazione solo per una volta, fatto salvo l’obbligo di pagamento del debito entro 4 anni, laddove sopravvengano utilità”. Altrettanto utile la previsione che il Piano del Consumatore possa comprendere anche la ristrutturazione dei crediti derivanti da contratti di finanziamento con cessione del quinto dello stipendio o della pensione e dalle operazioni di prestito su pegno.
La vera novità, per MDC, è che si comincia finalmente a ragionare sulla responsabilità giuridica di chi concede prestiti a persone indigenti gettandoli sul lastrico: “L’Organismo di composizione (OCC) dovrà accertare e riferire al Giudice se il soggetto finanziatore, ai fini della concessione del finanziamento, abbia tenuto conto del merito creditizio del richiedente, valutato in relazione al suo reddito disponibile, dedotto l’importo necessario a mantenere un dignitoso tenore di vita. Previste anche misure sanzionatorie, eventualmente di natura processuale a carico del creditore che abbia colpevolmente contribuito all’aggravamento della situazione di indebitamento”.
“Attualmente – denuncia l’Associazione – l’accesso alle procedure della Legge n. 3/12 per i consumatori sovraindebitati è un miraggio a causa degli alti costi per l’avvio dell’istruttoria ed i compensi stabiliti a carico del debitore a favore di Organismi e periti incaricati dai Tribunali proporzionali ai debiti che possono arrivare in acconto anche a 5.000 euro. Cosa che purtroppo è accaduta a Roma ad un consumatore che, perso il lavoro, non riusciva più a pagare le rate del mutuo di 150mila euro. A questi ostacoli economici si aggiunge una giurisprudenza eccessivamente restrittiva per l’indebitato ed ondivaga a seconda dei Tribunali in cui si incardinano le istanze”.
“L’efficacia della riforma – conclude il Presidente del Movimento Difesa del Cittadino – si giocherà pertanto sulla reale volontà di applicarla aiutando i milioni di cittadini in difficoltà che rischiano il dramma dell’usura e sul coordinamento ed il dialogo costante tra Magistratura, istituzioni ed Associazioni dei consumatori impegnate da anni sul tema del sovraindebitamento come il Movimento Difesa del Cittadino”.