“Le famiglie italiane sono sempre più indebitate, non ce la fanno a pagare mutuo ed affitti, non possiamo pensare che si trovino da sole a sostenere una scuola sempre più in crisi, senza che intervengano le istituzioni”.
E’ questo l’appello lanciato da Lucia Moreschi e dal Dipartimento Junior del Movimento Difesa del Cittadino che di fronte alla grave situazione economica delle famiglie italiane, sottopone al Ministro Gelmini e all’opinione pubblica, anziché il consueto monitoraggio sui libri scolastici, una fotografia della situazione italiana, sulla quale chiede un confronto.
INDEBITAMENTO DELLE FAMIGLIE AL 102%
“I dati parlano da soli: cresce l’indebitamento medio delle famiglie italiane, dal 2002 ad oggi del 102% . Per molti nuclei familiari diventa oneroso pagare l’affitto e fare la spesa, come sta succedendo anche in molte città del nord, dove sono in aumento le richieste di aiuto agli Enti di solidarietà”.
“In questa situazione di difficoltà i genitori non stanno certo rinunciando ad acquistare libri di testo, computer e materiali didattici necessari per i loro ragazzi -continua la responsabile del Dipartimento Junior del Movimento Difesa del Cittadino- ma sono sempre più quelli che devono ricorrere ai contributi regionali per il sostegno al reddito e alle spese scolastiche, con un forte divario tra nord e sud”.
DIVARIO TRA NORD E SUD
Un esempio? Secondo i dati della Regione Lombardia, sono aumentate del 65% in due anni, le famiglie che hanno richiesto la “dote scuola” per sostegno al reddito. Pari al 30 % della popolazione studentesca regionale. E il contributo verrà erogato fortunatamente proprio in questi giorni, prima dell’inizio dell’anno scolastico.
Mentre le cose vanno molto diversamente in Sicilia. Le famiglie che attendono il buono scuola per l’anno scolastico 2008/2009 (esatto: a/s 2008/2009) ad oggi, sono in attesa di scoprire se la loro domanda sarà ammessa e rientrerà nei nuovi criteri di ammissione definiti dall’Assessorato regionale il 20 maggio 2010 .
“Come le famiglie, la scuola pubblica è povera di risorse: dalle segnalazioni che riceviamo, non c’è istituto statale che non chieda ai genitori un sostegno economico aggiuntivo per le spese ordinarie, per le fotocopie, materiale didattico e per la pulizia”.
Di fatto l’anno scolastico, è sotto gli occhi di tutti, si sta aprendo, nell’ottica della “razionalizzazione” con meno scuole, meno docenti, ma più alunni visto che la popolazione scolastica è passata da 7.768.071 del 2008 a 7.804.711 nel 2009. Alunni che rischiamo però, di essere più visti come un costo che come le reali risorse per rilanciare il futuro del paese.
PIU’ QUALITA’, PIU’ RISORSE PER LA SCUOLA PUBBLICA
Lo stesso Ministro Gelmini ha ricordato come siano ben 6.116 gli euro previsti per ogni iscritto alle scuole statali (mentre il contributo per ogni ragazzo iscritto ad una scuola paritaria è pari a 584 euro). Forse troppi, di questi tempi, ma certo pochi per rendere la scuola italiana all’altezza della media europea.
“In ogni caso concordiamo con il Ministro Gelmini, quando si parla bisogno di innalzamento della qualità della scuola e sulla necessità di un comune livello di valutazione nazionale, ma ciò deve andare di pari passo con gli investimenti reali ” , continua Lucia Moreschi.
DIMINUISCONO LE ISCRIZIONI ALLE SCUOLE PARITARE IN LOMBARDIA
E in tempi di diminuzione di “tempo scuola”, insegnanti e attività formative nelle scuole pubbliche, diversi genitori hanno iscritto i propri figli alle scuole paritarie. Una possibilità, però, sempre più riservata a pochi eletti, visto l’elevato costo delle rette. Basti pensare che la differenza per la retta annuale per la scuola dell’infanzia, tra una statale e una paritaria può arrivare al 300%.
Tanto è vero che solo in Lombardia, nel 2010 diminuite dello 0,8% le domande dei buoni scuola per accedere agli istituti privati parificati, presentate in Regione.
“Sono dati che devono far riflettere – conclude la responsabile di MDC Junior – non pensiamo che si possa uscire da questa situazione chiedendo ai genitori di finanziare la scuola pubblica o la scuola paritaria, se non sono in grado di provvedere alle spese di prima necessità, come il vitto e l’alloggio”.
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