Mdc, con il patrocinio del Ministero delle imprese e del Made in Italy e di Invitalia S.p.A, e insieme ad altre Associazioni di consumatori presenti sul territorio nazionale, continua la promozione della campagna informativa e conoscitiva per favorire, sempre di più, nei consumatori, la conoscenza degli strumenti messi a disposizione dello Stato per il contrasto al telemarketing “selvaggio”.
E’ di questi giorni infatti la notizia delle sanzioni che il Garante della privacy ha posto in essere a carico di Tim, Green Network e Sorgenia per “telemarketing illecito” in ragione della sua attività di vigilanza sul rispetto della nuova normativa e del Registro pubblico delle opposizioni, invitando, nell’occasione – soprattutto le società telefoniche ed energetiche – a rafforzare i controlli e le politiche interne per garantire piena conformità alle normative privacy.
Il Garante ha inoltre disposto la confisca delle banche dati di alcun call center illegali che, violando le normative sulla privacy e sulla raccolta del consenso, svolgevano attività di vendite telefoniche non consentite.
Appare dunque di assoluta importanza la campagna informativa – crossmediale su tutti i mezzi fisici e online a disposizione da MDC – per rendere questo strumento sempre più fruibile e accessibile ai cittadini, attraverso la diffusione di comunicazioni chiare, semplici e dirette allo scopo.
Ciò anche al fine di informare e consapevolizzare l’utente sul ruolo e sui limiti del telemarketing, che consiste in una tecnica di vendita, posta in essere attraverso telefonate dirette ai potenziali acquirenti o attraverso l’indicazione di un numero cui rivolgersi gratuitamente per informazioni sull’acquisto di un bene o di un servizio.
Uso che, come detto, è stato fortemente ridimensionato, nel suo utilizzo “selvaggio e molesto” grazie all’entrata in vigore del Registro pubblico delle opposizioni.
Se dunque con questa modalità di vendita era possibile, fino a poco tempo fa, chiamare in maniera indiscriminata tutti i soggetti titolari di un’utenza fissa o mobile, per il tramite di operatori interni o di call center esterni, oggi ciò non è più possibile se l’utente decide di negare il consenso, iscrivendo il proprio numero -o anche più di uno, fino a 5 contemporaneamente – nel Registro.
Le aziende, nella loro strategia di vendita, sono solite pubblicizzare i propri servizi e i propri prodotti, e per fare ciò dispongono di svariati strumenti. Con il telemarketing si fanno parte attiva chiamando direttamente i consumatori i cui contatti vengono reperiti in database interni o liste condivise, al fine di presentare il brand, cataloghi di prodotti o servizi, oppure offerte temporanee e promozioni riservate.
Spesso l’obiettivo della chiamata commerciale è quindi semplicemente di natura promozionale.
Se invece le chiamate di operatori e call center sono finalizzate direttamente alla vendita, alla chiusura di contratti e alla creazione di lead concreti, si è più propriamente nel campo del teleselling o delle vendite telefoniche.
Raramente si associa al telemarketing la messa a disposizione di un numero verde, gratuito, per consentire all’utente di contattare l’azienda, eppure anche attraverso questo canale quel soggetto potrebbe diventare un potenziale cliente o, se lo è già, essere portato a sottoscrivere altre proposte contrattuali o aderire a ulteriori offerte e proposte promozionali.
Tra le modalità operative descritte, quelle che più creano “fastidio” e sono percepite moleste dai consumatori, sono senza dubbio le prime due, in quanto spesso si tratta di servizi non richiesti o non di interesse, la cui vendita l’utente percepisce come una sorta di aggressione o di molestia, soprattutto quando è ripetuta nel corso della giornata ad opera di più aziende o, nonostante il disinteresse, viene riproposta a distanza di pochi giorni dalla medesima società.
Proprio al fine di mettere un freno a queste modalità così “invadenti” e “disturbanti”, il Ministero delle imprese e del Made in Italy ha previsto uno strumento normativo che andasse in soccorso a quanti non intendono più essere “parte passiva” dell’offerta commerciale e pertanto, una volta manifestato il proprio dissenso, non vogliono essere più chiamati a fini pubblicitari o di marketing.
Contattati infatti, indifferentemente sulle utenze fisse e su quelle mobili, a qualunque orario del giorno e della notte e per qualsiasi tipo di offerta anche poco o per niente in linea con le proprie abitudini di consumo, molti consumatori hanno cominciato – da alcuni anni a questa parte – a considerare le chiamate commerciali come delle indesiderate interruzioni alle proprie attività quotidiane, al punto da sollecitare risposte pubbliche e normative per l’introduzione di strumenti a difesa da tale telemarketing aggressivo.
Passando quindi dalle soluzioni meno drastiche, come le app che riconoscono e bloccano i numeri di presunto spam o l’iscrizione in “liste nere” di utenze telefoniche che non possono essere contattate per finalità commerciali e di marketing, si è sentita, anche a livello istituzionale, sempre più forte l’esigenza di creare uno strumento idoneo a tutelare e proteggere non solo la libertà di scelta degli utenti ma anche l’indebita – e non infrequente – vendita dei dati raccolti con tale forma di marketing a società terze, anche estere, con palese violazione della normativa sulla privacy e sulla tutela dei dati personali.
Senza contare le numerose truffe a danno di anziani e soggetti deboli, portate a termine da malintenzionati tramite (finte) chiamate commerciali e mascherate da telemarketing.
Proprio per tali ragioni, in Italia, nel corso di questi anni, più volte l’AGCOM e il Garante Privacy si sono pronunciati contro le televendite aggressive, cercando di fornire agli addetti ai lavori linee guida su un utilizzo per quanto più possibile rispettoso e in linea alle normative vigenti – anche a livello europeo – su elenchi e liste. Suggerimenti e indirizzi che hanno condotto quindi alla pianificazione e all’entrata in vigore del Registro pubblico delle opposizioni, con adesione volontaria del cittadino/consumatore agli strumenti di contrasto alle chiamate commerciali indesiderate e, dunque, alla espressa manifestazione di dissenso a contatti per finalità promozionali e di marketing.