I cittadini hanno un ruolo chiave nella lotta alla contraffazione, anche a quella nel settore agroalimentare. Così commenta il Movimento Difesa del Cittadino riprendendo le parole del Procuratore Antimafia, Pietro Grasso nel corso del della presentazione della Relazione sulla contraffazione nel settore agroalimentare della Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione e pirateria commerciale al centro di un convegno oggi a Roma.
E’ essenziale che il consumatore sia informato ed educato nella scelta degli alimenti e nella lettura delle etichette. Ma non basta. Il cittadino deve anche collaborare con gli istituti preposti al controllo segnalando dubbi riguardo eventuali episodi di contraffazione.
Non dobbiamo dimenticare i rischi per i cittadini. I consumatori possono essere vittima sia di una frode merceologica che di un reato alla salute pubblica. Nel primo caso a rimetterci è soprattutto il portafogli. Ma non solo. La stessa cultura della qualità del cibo decade di fronte a prodotti con ingredienti importanti ma assenti o sostituiti con altri di minor pregio; a oli extra vergini di pessima qualità colorati o trattati o a vini da tavola che non hanno niente a che fare con i marchi con cui vengono commercializzati. Diverso il caso in cui la contraffazione si riconduce alla sofisticazione che non esita ad utilizzare sostanze potenzialmente nocive per la salute umana o con materie prime prive di origine e pertanto di informazioni riguardo le norme sanitarie.
Proprio l’edizione 2011 del rapporto Italia a Tavola 2011 ha avuto come focus l’allarme contraffazione. Vini blasonati, pomodori “San Marzano”, mozzarelle di bufala campana Dop, olio extra vergine “deodorato” e Panettoni e Colombe falsamente artigiani. A colpire il cuore della cucina italiana sono le contraffazioni e sofisticazioni di chi sa come dietro questa attività criminale si celi un vero e proprio business che vale oro.
Basti pensare al valore di singole operazioni come quella dell’Agenzia delle Dogane che ha sequestrato olio vergine di oliva o addirittura lampante (e quindi non commestibile) spacciato per extra vergine per un valore di almeno 10 milioni di euro. Oltre 3,4 milioni di euro il valore invece delle attività dell’Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e repressione Frodi nel settore dei vini di qualità prodotti in regioni determinate e IGT e dei prodotti a marchio di origine (DOP, IGP e STG).
Non dobbiamo però dimenticare che gli istituti preposti ai controlli hanno evitato che arrivassero sulle nostre tavole 36 milioni di chilogrammi e più di 18 milioni di litri di prodotti contraffatti o in cattivo stato di conservazione solo nel 2010.
Ogni giorno gli istituti preposti restituiscono all’agroalimentare la sua credibilità passando al setaccio produttori, allevatori, trasformatori, supermercati, negozi e ristoranti. Ma anche mercati rionali, pescherie, stabilimenti balneari, campeggi, villaggi turistici, bar e agriturismi. Solo nel 2010 sono stati effettuati più di 430mila controlli.