Il consumo di sale nella popolazione italiana è ancora notevolmente superiore a quanto raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (meno di 5 grammi al giorno), con valori medi di 12 grammi per gli uomini e 9 grammi per donne (con valori più elevati per le regioni del Sud). Inoltre i soggetti ipertesi consumano solo un 1 grammo al giorno in meno della media della popolazione, contrariamente alle raccomandazioni mediche che invitano gli ipertesi a ridurre decisamente il consumo di sale. Nei bambini il consumo di sale aumenta progressivamente con l’età attestandosi su valori elevati già all’età di 9 anni (8 grammi al giorno). Sono i dati acquisiti dal Ministero della Salute grazie al progetto “Minisal” del Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie.
Difficile per il consumatore stimare la quantità di sale che ingerisce ogni giorno, visto che si tratta di un ingrediente molto diffuso tra i cibi. Fortunatamente la strada comincia ad essere in discesa per chi vuole veramente ridurre il proprio apporto di sale. Attualmente l’etichettatura nutrizionale è facoltativa e prevede l’indicazione per 100 g o 100 ml del valore energetico, del tenore di proteine, di carboidrati, di zuccheri, di grassi, di acidi grassi saturi, di fibra alimentare e di sodio. Con l’entrata in vigore delle nuove norme sull’etichettatura del regolamento (UE) 1169/2011, a partire dal 13 dicembre 2016 si avrà un unico schema informativo di base costituito dalle seguenti voci: valore energetico, grassi, acidi grassi saturi, carboidrati, zuccheri, proteine e sale. La voce attuale “sodio” verrà sostituita con la voce “sale”. Sarà quindi più semplice per il consumatore gestire una dieta iposodica.
L’altra buona notizia è che l’industria alimentare, a seguito degli accordi stipulati a partire dal 2009 con il Ministero della Salute, ha determinato la riduzione del quantitativo di sale in diverse tipologie di pani, artigianali o industriali, nonché in alcune tipologie di paste fresche e primi piatti pronti surgelati. Proprio nei giorni scorsi i rappresentanti delle Associazioni di panificatori artigianali e industriali, dell’Associazione Produttori Pasta Fresca e del settore surgelati, nonché diversi esponenti del mondo scientifico hanno confermato la volontà di continuare a lavorare accanto alle Istituzioni per portare il consumo di sale ai livelli raccomandati.
A cura di Silvia Biasotto